Selfie and surroundings

Tutte vittime dei selfie.

Milano, interno notte. L’ho fatto: piu’ di una volta:

l’ho fatto con conoscenti e con qualche amico, l’ho fatto con gente brillante, piu’ spesso -spiace dirlo- con donne.

Ho smesso di seguirvi su Instagram e a volte anche su Facebook, adesso vi spiego perché: ero stufa delle vostre boccucce a cuore fuori tempo massimo, ero stufa di vedere ogni giorno, ogni santissimo giorno, voi che vi allenavate in palestra, voi che uscivate dalla palestra, voi in costume da bagno (vista la stagione tra parentesi ormai dovreste coprirvi) voi che fingevate sorpresa davanti a uno scatto fintamente rubato, che dormivate assorti come bambini mentre una mano accarezzava piano… Un pulsante dell’Iphone!

Voi che facevate una pausa pranzo davvero 🔝, ma eravate anche intellettual, che sia chiaro, per cui eravate nuovamente, noiosamente voi che ammiccavate col sorriso di plastica davanti all’obiettivo mentre alle vostre spalle si insinuava un poster della mostra di Chagall e via di selfie, selfie e ancora selfie.

 

Ho smesso di seguirvi perchè in fondo la vostra versione reale mi piace e perche’ so che se avessi continuato a farlo sui social mi sareste piaciuti meno e forse avrei persino finito per compatirvi; l’ho detto. Perche’, cari conoscenti, persone brillanti e a volte amici, per quanto possiate sfoggiare belle facce e sorrisi sereni, la vostra fame di selfie grida una solitudine grande cosi’.

 

 

Credit immagine di copertina: https://www.google.it/search?q=selfie&dcr=0&tbm=isch&source=lnt&tbs=isz:l&sa=X&ved=0ahUKEwjto5GN-fXYAhWHJuwKHcOlBcoQpwUIHg&biw=1920&bih=911&dpr=1#imgrc=egnE6ajzY5p0iM:&spf=1516980599543

 

 

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