Site icon Serial Lover | Attualità e Racconti di Betty Codeluppi

Ciao cara: commesse, ristoratori, addetti al retail, smettetela di chiamare cara o caro gente che non conoscete.

Mi è successo l’altro giorno in un ristorante neanche tanto alla mano: ho chiesto una cosa al cameriere e un ragazzino brufoloso di neanche vent’anni mi ha risposto garrulo: “Ma certo cara!”

Cara? Cara a me? Mi sono girata per vedere se per caso si stesse rivolgendo che so, ad una sua amica appena entrata nel locale, ma invece no, la cara in questione ero proprio io.

La stessa cosa è accaduta anche di recente con una che conosco appena, insomma, una che ho visto una volta: l’amichetta di un amico che di solito viaggia con svariate amichette. Insomma, ci siamo intesi. Lo capisco eh, forse non si ricordava il mio nome, come io del resto non ricordavo il suo, ma quel salutarmi col solito ciao cara un po’ mellifluo, mi è suonato falso, affettato, privo di qualsiasi spontaneità. Non avrei voluto, certo che no, ma l’ho giudicata male, lo ammetto. Almeno un po’.

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Discutendone con gli amici sui social, è saltata fuori che questa moda del “ciao cara” (#ciaocara) sta dilagando un po’ ovunque: nei negozi, al cinema, persino -appunto- nei ristoranti ma è risultato anche che dà fastidio e irrita praticamente tutti, e allora, mi domando, perché insistere? Googolando in rete (sì, lo so, googolando fa schifo ma è efficace) ho trovato tre principali testi di canzoni in cui ci si rivolge ad una “cara”.

La prima è di Iva Zanicchi (Ciao cara come stai) La seconda è Cara, di Lucio Dalla e la terza, la più famosa, quella che avevo già in mente prima dell’aiutino di Google è la celeberrima Vedi Cara di Francesco Guccini: un  testo che è pura poesia. Eppure, in tutte e tre le canzoni si parla di maschi bugiardi (e francamente un po’ figli di ndrocchia) in piena crisi nei confronti di una donna.

Insomma, anche nelle canzoni il “cara” parte come un’adulazione ma sembra mascherare un sentimento negativo, artificioso, falso.

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Personalmente ho pochi amici nel settore del retail (leggi vendite) e spero vivamente che centellino i “cara” ma se voi che state leggendo conoscete più persone di me che si occupano di potenziali clienti, vi prego, vi scongiuro, diteglielo, fateglielo presente!

Io capisco la voglia di vendere, capisco che si cerchi in tutti i modi di entrare in contatto con un potenziale acquirente, di entrare in sintonia, ma questo approccio, sarà che sono vecchia, sarà che mi occupo di comunicazione da vent’anni, secondo me ottiene esattamente l’effetto opposto a quello sperato. Secondo me sarebbe ora di tornare al vecchio e sempre educato buongiorno.